Motesanib o Bevacizumab in aperto, in combinazione con Paclitaxel come trattamento di prima linea per il tumore mammario HER-2 negativo localmente ricorrente o metastatico
Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare ( VEGF ) svolge un ruolo cruciale nel’angiogenesi, ed è un valido bersaglio nel carcinoma mammario metastatico.
Motesanib è un inibitore orale dei recettori di VEGF.
Uno studio ha cercato di verificare se il trattamento con Motesanib più Paclitaxel sia migliore di quello placebo più Paclitaxel in pazienti con carcinoma mammario HER-2 negativo localmente ricorrente o metastatico.
Nel periodo 2006-2008, i pazienti con carcinoma mammario HER-2 negativo metastatico sono stati assegnati in maniera casuale, e in rapporto 1:1:1, a Paclitaxel ( 90 mg/m2 nei giorni 1, 8 e 15 ogni 3 settimane ) più Motesanib in cieco 125 mg per via orale una volta al giorno ( n=91 ), placebo in cieco per via orale una volta al giorno ( n=94 ) o Bevacizumab in aperto 10 mg/kg per via intravenosa nei giorni 1 e 15 di ciascun ciclo di 28 giorni ( n=97 ), dopo stratificazione in accordo con chemioterapia adiuvante o neoadiuvante ( regimi contenenti taxani verso altri regimi verso nessun regime ), numero di siti di metastasi ( inferiore a 3 versus uguale o superiore a 3 ) e status del recettore dell’ormone ( positivo vs negativo ).
L’endpoint primario era il tasso di risposta oggettiva ( ORR ) basato sulla popolazione come assegnata al trattamento.
Il tasso di risposta oggettiva per il gruppo Motesanib e il gruppo placebo non ha mostrato differenze significative ( 49% vs 41%; differenza assoluta 8%; p=0.31 ).
Il tasso di risposta oggettiva nel gruppo Bevacizumab ( 52% ) è risultato simile a quello nel gruppo Motesanib.
I più comuni eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati diarrea ( 18 su 92 pazienti nel gruppo Motesanib, nessuno degli 89 nel gruppo placebo e 4 su 96 nel gruppo Bevacizumab ), fatigue ( 11, 8 e 6 ), ipertensione ( 11, 1 e 7 ) e neuropatia sensoriale periferica ( 10, 7 e 19 ).
Sono stati osservati eventi avversi gravi in più pazienti nel gruppo Motesanib che nei gruppi placebo o Bevacizumab ( 34, 26 e 21 pazienti rispettivamente ); Il più comune di questi nel gruppo Motesanib è stato di natura gastrointestinale.
In conclusione, i dati da questo studio non supportano un ulteriore approfondimento su Motesanib a questa dose e con questo schema in questa popolazione. ( Xagena2011 )
Martin M et al, Lancet Oncol 2011; 12: 369-376
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